mercoledì 22 ottobre 2008

Documento politico promosso da Generazione Democratica della Provincia di Siena

Primarie per la Costituzione degli organismi dirigenti regionali e nazionali della giovanile del Partito Democratico

Si è tenuta l’assemblea provinciale di Generazione Democratica con all’ordine del giorno l’analisi del Regolamento nazionale per l’effettuazione delle primarie per la costituzione degli organismi regionale e nazionali della giovanile del Partito Democratico
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Degli interventi sono emersi numerosi dubbi e perplessità rispetto al documento, di cui ne riportiamo alcune:
• Nel documento non viene specificato in quale seggio si deve votare, se in quello di residenza, nel luogo di studio, ovunque…(senza queste precisazioni diventa impossibile verificare quante volte un elettore ha votato).
• Nelle liste per l’elezione delle assemblee, regionali e nazionali, le preferenze devono essere date uomo-donna, ma non viene precisato come devono essere considerate le schede che presentano delle difformità; per esempio dove ci sia una sola preferenza.

Dopo aver analizzato attentamente il Regolamento, emergono varie riflessioni e timori di natura pratico/organizzativa e soprattutto socio/politica.
In primo luogo le primarie non sembrano il modo migliore per creare la “giovanile” del partito proprio perché essa si deve distinguere totalmente da quello che è l’apparato politico e gestionale del P.D.
Altre perplessità sono date da questo modo di fare le primarie in quanto come è già stato sopra elencato il Regolamento è parziale, inadeguato e mostra lacune sostanziali.Le numerose lacune presenti nel Regolamento potrebbero portare a valutazioni personalistiche che rischiano di inficiare la votazione.
A pochi giorni dalla consultazione sembra purtroppo tutto troppo approssimativo, ed un esempio di questo è l’assenza, ad oggi, di una norma che stabilisce chi e come deve stilare le liste.Manca il tempo per fare una buona campagna di ascolto, di comunicazione e politica.Quello che appare ancora più grave è il problema socio/politico in quanto questa giovanile rischia di nascere dall’alto con metodi che la gran parte dei giovani sentirà lontani e non comprenderà.L’attuali condizioni creeranno un apparato di partito con equilibri e logiche da rispettare, con regole a cui ubbidire e non un organismo snello, indipendente e “giovane”.
La maggioranza dei potenziali elettori non conoscerà le persone presenti nelle liste ne per nome ne tanto meno per le idee di cui sono portatori. Gli elettori si troveranno a votare in modo quasi casuale e per quanto lavoro la giovanile riuscirà a fare, non potrà convincerli dell’importanza del loro voto. Ciò non farà sentire i giovani più vicini alla politica ma contribuirà a far crescere la distanza con il mondo politico.
Il valore del voto viene sminuito chiamando ad eleggere persone in modo pressoché approssimativo. Questo problema viene inoltre rafforzato dal fatto che non esistono liste ma solo nomi in fila, l’uno indipendente dall’altro. I candidati sia alla segreteria nazionale che alle assemblee non hanno potere mediatico come lo avevano Walter Veltroni, Rosy Bindi, Enrico Letta, e di conseguenza non sono riconoscibili. Detto ciò è evidente che l’unica guida per l’elettore poteva essere la conoscenza di una delle persone e quindi il suo ricongiungimento ad una lista.Generazione Democratica sarebbe dovuta nascere dai circoli, dai giovani, radicandosi prima in modo forte nel territorio e da qui creare le regole per i livelli superiori.
Sarebbe stato opportuno confrontarsi con le realtà già consolidate come per esempio la provincia di Siena in cui esistono circoli della giovanile nati con grande successo poiché sono nati dal basso cercando, in questo modo, di avvicinare giovani che fino ad allora erano lontani dalla politica.Infine è necessario dire che questo sistema rischia di premiare persone più che idee perché si presta troppo a strumentalizzazioni che potrebbero distruggere i principi cardine di una giovanile come è Generazione Democratica.
Con tempi così stretti è molto più semplice fare propagande personalistiche che di idee e principi politici sani e nuovi.

Come al solito, le realtà territoriali come la nostra saranno in prima linea nel lavoro e nell’impegno. I giorni successivi all’uscita del regolamento lo hanno dimostrato: in dieci giorni già molte cose erano state fatte. Impostate lettere, organizzati seggi all’aperto, richiesto il suolo pubblico relativo, prenotati locali e ristoranti, stampati (e in alcuni casi distribuiti) volantini, imbustato centinaia di lettere, discusso della giovanile, volantinaggi davanti le scuole, numerose spese sostenute a livello personale da tanti ragazzi (dal telefono alla benzina per gli spostamenti)… Tutto questo è stato vanificato da una decisione verticistica e scollegata dalla percezione di quanto i territori si erano mossi. Le primarie sono state infatti rinviate senza alcuna consultazione di qualsiasi livello dei giovani del Partito Democratico, a parte gli attuali candidati, quando invece si dovrebbe partire dalle particolarità delle singole realtà. E’ una mancanza di rispetto profonda verso chi senza stipendi e senza secondi fini cerca di coinvolgere i ragazzi e le ragazze nella Politica. Quella Vera, fatta di passione e partecipazione. Non quella degli accordi e dei compromessi interessati.
Il metodo di procedere impostato in questi ultimi mesi deve per forza cambiare. Bisogna pensare ad un’organizzazione giovanile Autonoma e che fa dei territori il suo punto di forza e non semplicemente la sua forza lavoro. In poche parole, è una vergogna che fa nascere sotto i peggiori auspici la giovanile del Partito Democratico.

I Giovani Democratici della Provincia di Siena saranno protagonisti della mobilitazione delle prossime settimane e si faranno carico dell’organizzazione delle primarie, ma è necessario fare chiarezza sui punti brevemente espressi in questo documento.

Alla luce di questi ultimi avvenimenti al livello nazionale, Generazione Democratica Siena si sente perciò legittimata ad interpretare il Regolamento Nazionale in modo elastico, e perciò dà mandato al CPP di colmare i vuoti e le lacune del detto Regolamento mediante appendici interpretative.

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